La chiesa di Santa Caterina

Uno dei simboli della Contrada Pila è cercamente la Chiesa di Santa Caterina, situata in via Brunforte vicino alla nostra sede.

La costruzione di fa risalire attorno al 1226 (altre fonti testimoniano il 1216). Il merito della sua realizzazione, come si legge da una Bolla di Ugone Vescono di Fermo, è da attribuire alla devozione di una donna chiamata Costantina. iniziarlmente è annessa ad un monasterno delle monache benedettine che, in seguito nel 1463, venne ceduto ai Canonici Regolari Lateranensi; poi chiusa nel 1810 su ordine dell’impero napoleonico (fece la stessa fine della Cavalcata dell’Assunta abolita qualche anno prima, precisamente nel 1808). Nel 1838 passò ai fratelli Ospitalieri di San Giovanni, mentre solamente nel 1867 la chiesa fu riaperta al culto grazie all’opera di alcuni devoti. Sempre nello stesso anno la chiesa fu ceduta dal municipio al parroco della chiesa dei S.S. Cosma e Damiano, che si trovava nei pressi dell’attuale Via Roma dove per fare spazio alla strada che si stava costruendo, questa stessa chiesa fu demolita e l’ufficiatura spostata in Santa Caterina. La chiesa ricorda l’intervento miracoloso della Santa, che mosse il popolo fermano a ribellarsi contro la famiglia Sforza attraverso una precessione che partì nei pressi di Santa Caterina. E’ proprio grazie a questo gesto che la liberazione venne ottenuta nel 1463 , come ricorda la lapide situata alla destra dell’ingresso: “Sfortia tyramno catharinae presidio a Firmansi repulso”. 

Della chiesa rifatta, secondo il decreto della Cernita del 2 Aprile 1475 dall’architetto Giovanni Brenzio, non rimane che la facciata tipicamente quattrocentesca a due ordini con il rosone centinato, poichè tutto il resto dell’edificio fu ammodernato nel 1868 da Giovanni Battista Carducci, mediante una sopraelevazione decorata in stile rinascimentale e l’erezione della fonte battesimale.

L’interno a croce latina ad una navata è costituito da sei cappelle laterali. Sulle pareti della prima a destra possiamo apprezzare un affresco votivo nel quale sono raffigurati i Santi Agostino, Tommaso di Caterbury ed Ubaldo, Vescovo di Gubbio, attribuito malamente ad Antonio Salario, ma che in realtà sembrerebbe appartenente a Vincenzo PaL’altare di questa cappella era nominata, come riportano gli scritti di un inventario del 1727, come di San Tomaso dell’Osso, poichè l’effeige del santo dipinta nel muro veniva venerata contro le malattie delle ossa.gani.

Nella seconda cappella a sinistra, vi è un crocefisso spirante, raffigurato a testa china e scolpito a legno policromo da Angelantionio Pazzagli di Fossonbrone agli inizi del ‘700.

Sul’altare della terza cappella fa da pala una pittura murale a tempera del Pagani. Nel 1869 il fermano Giacomo Cordella realizzà le pitture figurative sulla crociera.

Infine il pregevole coro, eseguito nel 1530, reca al centro dello stallo l’immagine di Santa Caterina. Le vetrate dell’abside e le finestre circolari sulla navata con la loro vivace policromia completano l’armonia nell linee architettoniche.