La torretta

Torre dell’Orologio, Torre dei Venti o Torretta?
Se ci chiedessimo quali sono le costruzioni più importanti presenti nella nostra contrada sicuramente non potremmo escludere la famosa “Torretta” di via Roma.

Se però ci chiedessimo a cosa serve quella “Torretta” qualche dubbio sorgerebbe.

Noi proviamo qui a darci una risposta.

Il progettista senza dubbio è l’architetto Giovan Battista Carducci, e sebbene non abbiamo prove certe sull’affidamento dell’incarico possediamo il progetto su 2 tavole autografate dallo stesso.
L’ architetto Carducci fu dal 1861 il protagonista nella costruzione della Fermo appena annessa al Regno d’Italia. Per capire la Torretta dobbiamo ora fare un passo indietro nella storia, anche simbolica della nostra città. Tutti infatti sanno che l’architettura spesso è chiamata a rappresentare il potere, vediamo ad esempio nella configurazione dei merli nei castelli l’identificazione in Guelfi o Ghibellini, ma non tutti sanno cosa accadde nel momento in cui le città del centro Italia passarono dallo Stato della Chiesa al Regno d’Italia.

In quel momento il nuovo potere temporale doveva diventare visibile alle popolazioni appena annesse con costruzioni forti significative. Monumenti (la radice è la parola latina Moneo = ammonire). E quindi via con l’edificazione di nuovi simboli per le città. L’importanza di una città come Fermo richiedeva numerosi interventi simbolici o infrastrutturali. Si risistemò quindi tutto il percorso per giungere a Fermo dal mare (Via del Mare è il vecchio nome di Viale Trento).  Adeguamento di Porta San Francesco con propilei (con addirittura un cancello!), Torretta come fondale prospettico e la realizzazione della “Strada nuova”.

Carducci non si limitò a mettere un segno anonimo ma si impegnò in un progetto ambiguo e significativo. Decise che la torre doveva avere un orologio (per i meno abbienti, in quanto i più ricchi avevano ormai l’orologio personale) ed anche una campana.

Decise anche che la torre doveva avere sulla sommità un indicatore dei venti, ovvero un galletto sulla sommità con sotto delle formelle raffiguranti divinità associate ai vari venti.

La torre è ottagonale per quest’ultimo motivo. La fonte d’ispirazione? Sicuramente i 2 importanti esempi precedenti, la torre dei venti di Atene (costruita in epoca romana) ma anche quella di Sebastopoli (Ucraina) che precede di pochi anni quella fermana e presa ad esempio per il nostro progetto. Un’altra torre dei venti è presente a Bergamo ma realizzata in epoca fascista.

Dopo questa analisi storica potremmo descrivervi meglio la torretta, parlarvi del basamento bugnato, della struttura che la sorregge ben visibile da Via Don Biagio Cipriani, o anche delle vicende che sono successe a pochi metri come il deragliamento del trenino nei primi anni del Novecento.

Preferiamo però non parlarne ma incuriosirvi, stimolarvi a guardarla bene, non solo vederla distrattamente e vivere anche quell’ angolo della nostra contrada.

L'incidente del trenino





L’incidente avvenuto 87 anni fa: il 26 novembre 1930, in via Roma, accanto alla torre dell’orologio, dell’architetto Giovanni Battista Carducci, nota ai fermani come “la torretta”. A deragliare fu il locomotore 21 che collegava il centro di Fermo alla linea principale tra Porto San Giorgio e Amandola, partito da piazza alle ore 8.35.
Il macchinista rimase seriamente ferito e paralizzato. Il trenino, mentre scendeva da piazza del Popolo, è deragliato sfondando il muretto e ed è andato giù per una decina di metri. Tra le vittime anche una ragazza di 22 anni, – ha ricordato Gioacchino Fasino – che andava ad Ancona per acquistare un vestito da sposa perché doveva sposarsi pochi giorni dopo. Due settimane dopo è stata pubblicata in prima pagina della Domenica del Corriere la tavola disegnata da Achille Beltrame: il 14 dicembre 1930”.

Per ricordare il tragico evento il 26 Novebre 2017 è stata inaugurata una targa commemorativa.

“Una targa voluta dall’associazione Italia Nostra sezione del Fermano – ha detto il presidente Gioacchino Fasino – realizzata col contributo del Comune e della Cassa di Risparmio di Fermo. Sulla targa ci sono i nomi dei morti nell’incidente (Ferruccio Alessiani, Vincenzo Carloni, Giuseppe Fiacconi, Torquato Lardari, Wera Lepri, Antonio Silvestri, Lino Tomassini, Pio Vittorangeli).